logo
Rapporto INL 2024: una fotografia complessa ma imprescindibile della sicurezza nei luoghi di lavoro - Finasser
4540
post-template-default,single,single-post,postid-4540,single-format-standard,bridge-core-2.9.0,qode-page-transition-enabled,ajax_fade,page_not_loaded,,qode_grid_1300,side_area_uncovered_from_content,footer_responsive_adv,qode-content-sidebar-responsive,qode-theme-ver-27.4,qode-theme-bridge,wpb-js-composer js-comp-ver-6.7.0,vc_responsive
Rapporto INL 2024: una fotografia complessa ma imprescindibile della sicurezza nei luoghi di lavoro;

Rapporto INL 2024: una fotografia complessa ma imprescindibile della sicurezza nei luoghi di lavoro

Vigilanza 2024

Rapporto INL 2024: una fotografia complessa ma imprescindibile della sicurezza nei luoghi di lavoro

Il lavoro svolto dall’Ispettorato Nazionale del Lavoro nel corso del 2024 offre uno spunto di riflessione fondamentale per tutte le aziende italiane: la sicurezza sul lavoro non è più solo una questione normativa, ma una priorità sociale, strategica e reputazionale.

Un anno di controlli rafforzati: i numeri parlano chiaro

Nel 2024, l’attività ispettiva ha raggiunto livelli record: oltre 139.000 controlli condotti su tutto il territorio nazionale. A colpire è l’enorme incremento (+126%) delle verifiche mirate alla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Un segnale forte, che mostra la volontà istituzionale di contrastare con decisione le irregolarità, soprattutto nei comparti ad alto rischio come edilizia, agricoltura e logistica.

Ma l’aspetto forse più preoccupante è il tasso di irregolarità emerso: ben il 74% delle aziende ispezionate ha presentato almeno una violazione. Questo dato indica non solo un problema diffuso, ma anche una mancanza di consapevolezza – o volontà – nel garantire condizioni di lavoro sicure e dignitose.

Violazioni e sospensioni: la stretta sulle aziende non in regola

Le conseguenze dei controlli sono state tangibili. Oltre 83.000 le violazioni accertate e più di 15.000 le sospensioni di attività lavorative disposte, spesso legate a situazioni di grave pericolo per i lavoratori o all’impiego di manodopera irregolare. In particolare, l’attenzione si è focalizzata sul lavoro sommerso e sull’inadeguatezza dei sistemi di prevenzione del rischio.

Per le aziende, questi dati non devono essere letti come una semplice statistica: sono un campanello d’allarme. Non essere in regola oggi non significa solo esporsi a sanzioni economiche, significa mettere a rischio la continuità aziendale e il proprio capitale umano.

Più che controlli: una strategia di prevenzione e cultura della sicurezza

Un aspetto spesso trascurato nei resoconti istituzionali, ma che merita attenzione, è l’impegno dell’INL sul fronte informativo e formativo. Oltre all’attività ispettiva, infatti, nel 2024 sono stati organizzati circa 1.000 eventi tra incontri, seminari e azioni formative, mirati a sensibilizzare lavoratori, datori di lavoro e stakeholder sui temi della prevenzione.

Questa è una direzione strategica che ogni impresa dovrebbe fare propria: la formazione non può più essere vista come un obbligo da assolvere, ma come un investimento sulla stabilità e sulla crescita aziendale.

Cosa aspettarsi nel 2025: ispezioni potenziate e nuove priorità

Il trend avviato nel 2024 non si arresterà. Il 2025 vedrà il potenziamento dell’organico ispettivo e un ampliamento delle campagne di vigilanza, con un focus ancora più serrato sul contrasto al lavoro irregolare e alla carenza di formazione nei luoghi di lavoro.

Per le imprese, questo si traduce nella necessità di rivedere – se non rifondare – il proprio approccio alla sicurezza.

È il momento giusto per:

  • effettuare una verifica approfondita del Documento di Valutazione dei Rischi (DVR),
  • aggiornare la formazione per tutti i livelli aziendali, dai lavoratori ai dirigenti,
  • pianificare audit interni e attività di consulenza specializzata.

La sicurezza come valore competitivo

Un’azienda che investe nella sicurezza non solo tutela i propri lavoratori, ma costruisce fiducia, attrattività e sostenibilità nel lungo periodo. Oggi, il rispetto delle normative non è più sufficiente: serve una cultura della sicurezza diffusa, vissuta e integrata nella gestione quotidiana.